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Alle Primer Iscritto il: lun 15 ago, 2011 5:38 pm Messaggi: 13 Località: Chiavari (Genova) Nome: Alessandro Bruni |
Mi dedico alla scultura da poco tempo e la mia produzione si è sempre rivolta al mondo fantasy. In diverse occasioni, amici pittori, mi hanno chiesto di realizzare un pezzo storico, di staccarmi dal fantasy, di confrontarmi con il rigore della documentazione storica, di riprodurre qualcosa di reale anche se remoto. Ho sempre visto soldati, di svariate epoche, spesso ben fatti e ben dipinti, a volte eseguiti con una tal maestria da mozzare il fiato. Raramente invece ho visto l’altra parte, quella civile o quella dei prigionieri o comunque, quella non strettamente legata all’uniformologia. Ho voluto quindi realizzare una sezione del campo di sterminio Auschwitz Birkenau dove più di un milione di persone ha perso la vita.
Ho deciso di seguire il consiglio degli amici modellisti, ho dato forma a una pagina della storia, una delle pagine più assurde e tristi che l’uomo poteva scrivere. Prima di passare alla fase puramente tecnica, una poesia, nella sua drammaticità, meravigliosa. C'è un paio di scarpette rosse numero ventiquattro quasi nuove: sulla suola interna si vede ancora la marca di fabbrica "Schulze Monaco" c'è un paio di scarpette rosse in cima a un mucchio di scarpette infantili a Buchenwald più in là c'è un mucchio di riccioli biondi di ciocche nere e castane a Buchenwald servivano a far coperte per soldati non si sprecava nulla e i bimbi li spogliavano e li radevano prima di spingerli nelle camere a gas c'è un paio di scarpette rosse per la domenica a Buchenwald erano di un bambino di tre anni e mezzo chi sa di che colore erano gli occhi bruciati nei forni ma il suo pianto lo possiamo immaginare si sa come piangono i bambini anche i suoi piedini li possiamo immaginare scarpa numero ventiquattro per l'eternità perchè i piedini dei bambini morti non crescono c'è un paio di scarpette rosse a Buchenwald quasi nuove perchè i piedini dei bambini morti non consumano le suole. Joyce Lussu Come di consueto inizio il lavoro confezionando il manichino, nello specifico + una copia in resina di un bacino, un torace e un cranio che avevo modellato in magic sculpt, ho poi realizzato uno stampo bi valva in silicone. Per unire le varie parti del manichino e creare gli arti, uso un tubo di rame dal diametro di un mm. Con strisce di plasticard e magic sculpt realizzo la carriola. Le misure, opportunamente ridotte in scala, le ho ricavate misurando una carriola attuale, l'aspetto invece lího potuto desumere da immagini trovate in rete. Con un manichino analogo al precedente ma piegato sino a conferirgli una posizione fetale, realizzo il cadavere che pongo sulla carriola. I pali di recinzione dalla caratteristica forma li ho realizzati coprendo con il magic una striscia di acciaio opportunamente sagomata. Ho testurizzato la superficie con una spazzolina d’ottone, cercando di riprodurre la rugosità e l’usura dei pali di cemento sottoposti alle intemperie. Gli isolanti ai quali sarà legato il filo spinato li ho realizzati nel modo seguente: Ne ho dapprima modellato uno l’ho poi immerso nel silicone per impronte e nello stampo così ottenuto ho colato della resina. Ogni nottolino é stato forato e imperniato, con colla bi componente e stato poi fissato al foro praticato al palo. La lampada, anch’essa dalla forma caratteristica, era presente alla sommità dei pali in modo alterno. Ho sagomato un tubo di rame per costruire il braccio, il “cappello” invece l’ho ottenuto tornendo un blocco di stucco già indurito. In pratica ho lasciato indurire un cono di magic dalle dimensioni nettamente superiori a quelle definitive, ho inserito sull’asse un perno di ferro. A questo punto ho serrato il perno nel mandrino del trapano avviandolo a bassissimi giri e tenendolo con la mano sinistra, quindi impugnando con la destra una lima ho sagomato il cono di magic, esattamente come avverrebbe con un tornio. La lampadina ha subito lo stesso procedimento dei nottolini isolanti, modellazione in magic, impronta in silicone e duplicazione in resina, unica differenza che in questo caso ho utilizzato della resina trasparente per l’effetto acqua. Il pettirosso, visto le dimensioni veramente ridotte, l’ho modellato direttamente in stucco senza un’armatura metallica all’interno. Le zampette sono realizzate con due pezzetti di acciaio del diametro 0,5 mm. e fungono anche da perni di riposizionamento/antirotazione, visto che l’uccellino è sfilabile dal palo onde agevolare il pittore durante la colorazione. Per costruire il filo spinato, ho dovuto prima inventare un telaio che mi permettesse di mantenere il filo madre in tensione.Per realizzarlo ho piegato, con l’aiuto di robuste pinze, un tondino di ferro dal diametro di due mm. Ho praticato due solchi agli estremi della struttura, da una parte per legare e bloccare il filo e dallíaltra per farlo scorrere sotto il peso di tensione. Nel mandrino di un trapano elettrico ho stretto un gancio in ottone al quale ho fissato due fili di ferro ricotto a uso orafo del diametro di mm 0,18. Avviando il trapano a bassissima velocità i due capi si attorcigliano creando così una copia in scala del cavo principale del filo spinato. Come si presenta il cavo una volta avvolto. Il filo montato sul telaio e tenuto in tensione da un piombo usato nella pesca sportiva. Per ottenere i “nodi” caratteristici del filo spinato avvolgo una coppia di fili intorno al cavo madre quindi interpongo due stuzzicadenti e ripeto l’operazione...e ancora... e ancora... fino al raggiungimento della misura desiderata. Il risultato dopo aver rimosso gli stuzzicadenti. A questo punto taglio il filo in prossimità del nodo dando “vita” alle spine. Con l’aiuto di una pinzetta separo le spine che dovranno essere due e distinte a ogni lato del nodo. Per meglio comprendere la dimensione del filo spinato, in questa immagine si può confrontare il nodo con la capocchia di uno spillo. Ecco una prima idea di come si presenterà il nostro reticolato. Termino l’ambientazione riproducendo il terreno con la pietra pomice (ho aggiunto qualche goccia di colore all’impasto poiché il bianco assoluto della pomice disturba nelle fasi fotografiche), aggiungo dei ciuffi d’erba (poseidonia inserita direttamente nella pomice) laddove il terreno non subisce il passaggio di uomini e mezzi, finisco incollando ai pali il filo spinato sinora realizzato. Abbozzo l’anatomia riducendo il più possibile la muscolatura (visto la magrezza dei prigionieri nei campi di sterminio). Comincio a dare forma anche al viso. Per rendere scomponibile la coppia uomo/carriola inserisco un perno di 0,5 mm. nell’armatura del braccio e fisso un tubo lungo quanto il palmo della mano sul manico della carriola.In seguito modellerò la mano sulla carriola e la manica sul braccio, il polsino della giacca coprirà agevolmente la linea di giunzione polso/braccio. Le mani modellate con un mix di magic e duro. Ho scelto questa miscela solo per differenziare il colore e visualizzare meglio i dettagli. Modello le scarpe con un mix di duro e magic per visualizzare meglio i dettagli durante le fasi di scultura e quelle di fotografia. Inizio il panneggio dai pantaloni e via via salgo. Un controllo della visione d’insieme è, a questo punto, d’obbligo. Completo il panneggio, i bottoni sono realizzati in stagno con l’ausilio di un palettatore.La Stella di David “cucita” sul petto l’ho modellata con il solito mix Duro/magic. Anche se in maniera approssimativa, modello l’anatomia del prigioniero morto. Gamba e piede sinistro, braccio e mano destra invece li modello e rifinisco, dato che saranno le uniche parti anatomiche visibili. Infine, con una sfoglia di stucco, copro il cadavere a imitare un lenzuolo logoro e strappato. Il lavoro terminato pronto per essere dipinto. E due immagini del lavoro di Mirko Cavalloni, al più presto seguiranno altre foto della pittura (appena Mirko me le invia)
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Peppepeo Lumeggiatore Iscritto il: dom 01 feb, 2009 7:09 pm Messaggi: 694 Località: Roma Nome: Giuseppe |
Complimenti per il capolavoro!
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AND 000 Admin Iscritto il: mer 20 giu, 2007 2:58 pm Messaggi: 6446 Località: Roma Nome: Andrea |
Alle, questa scenetta è una delle mie preferite da quando ho iniziato a gironzolare per forum e mostre di modellismo.
Se ricordi, quando la vidi nei reportage del World Expo dello scorso agosto mi colpì immediatamente e non avrei mai immaginato di avere la possibilità e direi anche il privilegio di poterne ammirare la realizzazione in un passo a passo così dettagliato (anche perchè allora non sapevo che gli autori fossero due italiani ) Poi quando finalmente l'ho vista dal vivo a Monte San Savino, e ho potuto osservarla ancora più da vicino, cogliendo tanti dei dettagli che purtroppo le foto non possono mostrare, non ho potuto far altro che confermare la mia impressione: questo è quello che io intendo per raccontare la storia, al di là di tutti i pur ammirevoli lavori di ricerca uniformologica e storiografica. Questa scenetta mi emoziona. Ti assicuro: non saprei trovare un complimento migliore. Per cui ti ringrazio infinitamente per questo passo a passo meraviglioso, ma sopratutto (e spero che la mia non sia presa per piaggeria) per la passione che mi riesci a trasmettere tutte le volte che ci incontriamo (troppo poche, ahimè... )
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Akh-Ra 000 Admin Iscritto il: mer 20 giu, 2007 2:29 pm Messaggi: 7109 Località: Roma - Italy Nome: Alessandro |
Qui ragazzi, non siamo di fronte ad un figurino.... questa è arte pura! Scultura e pittura... in una sola parola arte!
Il particolare dell'uccellino è di una intensità incredibile. Non ho parole per ringraziare Alle e Mirko per il lavoro che hanno fatto e condiviso.
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Ygritte Moderatore Iscritto il: gio 22 ott, 2009 4:07 pm Messaggi: 4862 Località: Venezia Nome: Francesca |
Le parole di And esprimono bene quello che vorrei dire, questa scena è emozionante.
Mi limito ad aggiungere che non vedo l'ora di spulciarmi per bene il tutorial, leggermelo con calma e guardare le foto con attenzione. A quando dei video?? Davvero grazie, Alle, per la tua grande disponibilità a condividere e ancora complimenti a te e a Mirko per la splendida e delicatissima pittura.
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FiloSganga Lumeggiatore Iscritto il: ven 12 nov, 2010 6:35 pm Messaggi: 835 Località: Venezia Nome: Alberto |
Un grandissimo ringraziamento per la pazienza e per l'altissimo grado di dettaglio di uno step by step completo e accuratissimo.
Un grandissimo complimento per l'eccelsa realizzazione tecnica che non può che sorprendere uno che come me non ha neanche i rudimenti base di scultura: l'espressività del volto, la naturalezza delle mani e la morbidezza dei panneggi che veramente cascano su un fisico provato sono i dettagli che più mi hanno impressionato. Un plauso sincero per una scena che va al di là della "semplice" ricostruzione storica; una scena che riesce a cogliere, pur all'interno di un contesto terribile, un intenso, struggente momento di poesia, lieve e impalpabile quanto un battito d'ali ma di mirabile altezza emotiva. Grazie Alessandro, per la realizzazione e la condivisione di una scena che un pittore d'eccellenza come Mirko ha poi interpretato con grande rispetto, equilibrio e drammaticità. Alb
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Cereal Dipper Iscritto il: lun 21 gen, 2008 12:43 am Messaggi: 296 |
Due soli aggettivi:
Toccante e impressionante Grazie della condivisione dello step by step
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Alle Primer Iscritto il: lun 15 ago, 2011 5:38 pm Messaggi: 13 Località: Chiavari (Genova) Nome: Alessandro Bruni |
Grazie ragazzi, siete davvero molto gentili.
Ora che ho iniziato a scrivere su 000 dovrete sopportarmi ancora, perché credo proprio che continuerò a farlo
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Galkir 000 Admin Iscritto il: mer 20 giu, 2007 4:58 pm Messaggi: 6161 Località: Roma Nome: Giovanni |
Scusate se non sono lucido ma tra vino e cibarie, ho qualche difficoltà ad esprimermi, quindi prenderò in prestito le parole degli altri...
AND ha scritto: Questa scenetta mi emoziona. Akh-Ra ha scritto: Non ho parole per ringraziare Alle e Mirko per il lavoro che hanno fatto e condiviso. FiloSganga ha scritto: struggente momento di poesia, lieve e impalpabile quanto un battito d'ali ma di mirabile altezza emotiva. l'unica cosa che aggiungo è Alle ha scritto: Ora che ho iniziato a scrivere su 000 dovrete sopportarmi ancora, perché credo proprio che continuerò a farlo evvai!!!
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Gm_Iluvatar Collaboratore Iscritto il: lun 05 nov, 2007 9:37 am Messaggi: 3911 Località: Comiso Nome: Igor |
Esistono bei lavori o idee geniali, si trovano in giro pezzi rivoluzionari o realizzazioni perfette, poi un giorno vedi un lavoro come questo e rimani a fissare una storia lunga milioni di vite sintetizzata in dieci centimetri o poco più.
Hai lasciato il segno. Ben fatto.
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weareblind Lumeggiatore Iscritto il: mar 01 lug, 2008 12:31 pm Messaggi: 550 |
ENORME!
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Alle Primer Iscritto il: lun 15 ago, 2011 5:38 pm Messaggi: 13 Località: Chiavari (Genova) Nome: Alessandro Bruni |
Con il permesso di Mirko Cavalloni, aggiungo con piacere il passo passo della pittura e le foto del lavoro finito.
Buona visione. Arbeit macht frei ,for remember! In inglese sta meglio per ricordare piuttosto della traduzione letterale “For Not Forget” Per non dimenticare un buio periodo , trovare la speranza che il domani sia un giorno migliore e anche nei momenti più bui ci sia una piccola luce ad indicarci la via. Un’ottima idea e scultura di Alessandro bruni che ho avuto l’opportunità di dipingere ed interpretare, spero vi trasmetta cio che vuole essere il suo messaggio e che le foto del wip e l’aggiunta dell’articolo vi siano di aiuto. L’ordine in cui le metto e di cui parlo non è necessariamente quello della pittura che a Visto proseguire simultaneamente quasi ogni parte con ritocchi finali su tutto il pezzi una volta provato ad assemblarlo,cosa resa possibile grazie ai sempre ottimi incastri! Per il volto ho scelto di impostare delle ombre profonde e punti di luce entrambe desature , ottenendo quasi un effetto zombi/cadavere poi ho riportato colore ed “umanizzato” l’incarnato fino all’ultimo ritocco che ha visto arrotondare la zona delle tempie e l’aggiunta di toni rosati. Gli occhi rivolti verso l’alto a guardare il pettirosso , quasi a vedere un segno di speranza in un posto dove questa parola non esiste , occhi ormai spenti, rassegnati , da cui scende una sola lacrima … Dopo aver dipinto la texture del legno della cariola, aggiungendo dettagli alla ruota e dipinto il telo in modo che trasmettesse una sensazione di sudicio grezzo e rovinato , ho dipinto l’incarnato del cadavere con toni freddi e molto pallidi in contrasto con l’altro incarnato. Il terreno è trattato prima con pigmenti e poi con oli+terra+effetto acqua per dare l’idea del fango residuo dopo giornate di pioggia. La divisa “pigiama a righe” dipinta aggiungendo sporcature sotto al colore di base , solo dopo aver dipinto le righe ho iniziato a dipingere ombre e luci aggiungendo alla fine una leggera texture per dare l’idea di vestiti usati e riusati aggiungendo poi ulteriori sporcature di vario tipo , per ultime quelle di fango ottenute come detto sopra. Il numero 1737 rapresenta la stima approssimativa dei morti durante l’olocausto 17.370.000 di cui 5.900.000 di ebrei. Arbeit macht frei, in tedesco il lavoro rende liberi, si ispira alla scritta affissa all’ingresso dei campi di concentramento nazisti, durante la seconda guerra mondiale. Secondo gli storici la scritta assunse nel tempo un forte significato simbolico, perfettamente racchiuso nella scelta di riprodurre la scena dalla prospettiva dell’osservatore esterno. Con il colore ho voluto accentuare l’atmosfera per aumentare il già forte impatto emotivo della scultura. Il mio metodo di pittura prevede sempre, nella fase iniziale, l’utilizzo dell’aerografo per la stesura dei colori di base e procedere, nella fase successiva, con numerose velature a pennello. Per prima cosa stendo il primer nero di base poi tratto tutte le parti con Pale Blue e bianco in modo da evidenziare maggiormente le zone di luce e avere già una prima traccia dei contrasti. I pali della recinzione sono aerografati con US Grey, Black Grey, e Sand Yellow applicato sulle parti superiori e in alcuni punti ben precisi, per differenziare le zone di luce e simulare il cemento. Quando dipingo l’erba applico leggere spruzzate di Olive Green anche sui pali e sul terreno. Poi, con del marrone Golden Brown , Mahagony e Nero tratto il terreno escludendo le zone più luminose , spruzzo con Golden Brown anche alcune parti di erba per creare una prima varietà di toni con erba secca ed erba verde. In questo modo ho una vasta gamma di colori che, a seconda della diluizione delle velature di colore acrilico, mi permette di sfruttare i toni sottostanti per ottenere delle variazioni di sfumature. Su questo procedimento si basa la maggior parte del lavoro. Per la carriola uso solo del Kaki Brown e Golden Brown Al telo che copre il cadavere applico una spruzzata di Olive green sui bordi e poi Kaki Brown e Ochre . Sul telo e la divisa, sfruttando la superficie spugnosa della gommapiuma per imballaggio intinta in una mescola di nero e marrone poco diluito , creo delle sporcature. Sulla divisa applico una base grigia fredda composta da Pale Blue, Sand,US Grey e in piccolissima quantità Franch Blue in modo tale che quando traccerò le righe verticali a pennello il colore sarà già presente e più facile da amalgamare. Poso l’aerografo e la prima fase è terminata.Fino a questo momento ho utilizzato i Model Air vallejoi , dorà in poi le mescole le ricreo con i vallejo model color i Colori Cittadel e i pigmenti Mig Sulla tavolozza bagnata mi creo delle sfumature di grigio utilizzando per il cemento Nero, Bianco, wolf Grey , Carne Clara e Scaly Green . In ogni punto utilizzo toni differenti e li amalgamo per creare armonia e allo stesso tempo contrasto. Prendo un pennello vecchio, intingo le setole nel Nero+Scaly Green e con un movimento rapido del dito spruzzo i pali in modo da ottenere piccoli schizzi casuali che simulino macchie di muschio scuri. Con l’aggiunta di bianco alla mescola arricchisco di dettagli, profilo gli spigoli dei pali e delle crepe. Per rendere l’erba più naturale e interessante ne differenzio la colorazione di alcuni ciuffi usando in zone casuali Scaly Green+Yellow, Snakebit Later, Bubbonic Brown e lumeggiando le punte aggiungendo Carne Clara+Hawk Torquise alle mescole. Ripassato tutto il filo spinato, la lampada e gli (“punzoni”) con il nero. Dipingo l’intero filo spinato con Chainmail e lumeggio gli (s”punzoni”) con del grigio + marrone , riprendendone solo alcuni, in modo casuale col Carne Clara , per ricreare l’effetto della ceramica dipinta di vernice nera scrostata. Per ottenere un effetto satinato sugli(“ spunzoni”) e diminuire la lucentezza del filo spinato procedo con successivi lavaggi di nero ad olio diluito in acquaragia. Infine, sempre a olio, utilizzando Rosso, Bruno van dik, e un’aggiunta di pigmento Standard Rust, deposito delle piccole quantità dei vari colori nei punti soggetti alla formazione della ruggine. Con il pennello bagnato nell’acquaragia trascino verso il basso il colore per ricreare le tipiche colature di ruggine date dallo scorrere dell’acqua sulle superfici. Per il momento sul terreno stendo solamente pigmenti marroni, in alcuni punti come polveri, in altri diluiti nell’acqua. Dopo aver posizionato il pezzo, riprenderò tutto il terreno con gli oli che mi aiuteranno nella resa del fango. Per la carriola uso una semplice transizione di Brown,Scaly Green, kaki Grey,Graveyard earth,Carne Clara, con l’intenzione di evidenziare le forme attraverso stacchi di ombre e luci, seguendo le venature della scultura (come sulle assi più grandi), oppure creandole io (come sui manici e sulla ruota). Per arricchire i toni del legno, a seconda di come la luce lo colpisce, passo con leggere velature di wodd brown e bubbonic Brown. Per il telo che copre il cadavere utilizzo una tavolozza di:Kaki grey, scaly Green, regal Blu , Carne Clara e H.Torquise Con transizioni di colore valorizzo ogni piega accentuando luci, ombre Per l’incarnato del morto ho composto una cromia con i seguenti colori Carne Clara, H.Toquise, lich Purple,Kaki grey, Blode Red ,Nero . Parto sempre dalla stesura dei colori di base, passo quindi alle ombreggiature e poi alle lumeggia ture, il tutto incrociando questi passaggi e ammorbidendoli con lavaggi e velature più leggere. L’effetto della rasatura sul cranio l’ho ottenuto con l’aggiunta di nero al tono base dell’incarnato. Per la divisa inizio tracciando le righe verticali sia sulla casacca che sui pantaloni . Nei documenti che ho esaminato per la ricerca storica, ho incontrato vari tipi di divise con colori leggermente differenti e con spessori delle righe molto vari. Compariva sempre la stella di David gialla sormontata dal numero identificativo (a volte riportati anche sui pantaloni) ma, visto che la stella sul petto è scolpita (come se fosse uno stemma cucito) non l’ho riportata sui pantaloni , ho semplicemente aggiunto la fascetta col numero. Al primo tentativo le righe della divisa erano troppo sottili e un po’ approssimative, mentre quelle dei pantaloni abbastanza soddisfacenti. Osservando il pezzo nel complesso ho deciso di rifarle entrambe, in due tempi differenti, per rendere il lavoro più accurato e preciso. Ricoperti i pantaloni, con un pennello imbevuto di diluente nitro ho scolorato la casacca e tracciato linee più larghe e precise con il colore composto da Regal Blu, Saly Green, H.Toquise ,Carne Clara e kaki grey per desaturare . Sfruttando una buona diluizione, passaggi successivi e le variazioni di luminosità nella base del colore data ad aerografo, sono riuscito ad ottenere una prima leggera sfumatura. Scoperti i pantaloni ho notato una leggera differenza di colore e dei piccoli errori nei gambali dove le linee dovevano scendere in maniera differente. Ho coperto la casacca, scolorato e rifatto i pantaloni. Questa volta, prima di tracciare le righe, ho rimosso la copertura dalla casacca. Una volta tracciate le righe, non resta altro che definire i volumi con ombre e luci. Posso utilizzare lo stesso colore per tutte le righe perché, anche se in percentuali differenti sono composti dagli stessi colori.Quin di rigrei la mescola di base della divisa più simile possibile e aggiungo nero + H.Torquise in maggiori quantita progressive per le ombre per quelle più profonde anche del rosso , e sempre più bianco scaldato con yellow o Carne Clara per le luci. Quindi simulo la trama del tessuto con righine trasversali, profilo gli spigoli per delimitare le forme e renderle più riconoscibili all’occhio dell’osservatore. Con la spugnetta e il colore diluito, a tocchi leggeri ricreo gli effetti di sporco. La parte più importante del pezzo è l’incarnato del prigioniero. In netto contrasto con il cadavere, avrà un colorito più caldo ma comunque segnato dalla prigionia. Stendo una base con Carne Clara Kaki Grey,Tanned Flesh Lich Purple in percentuali differenti, insistendo maggiormente su zigomi, fronte, naso e mento ottengo già una leggera sfumatura, poi accentuo le guance scarne stendendo una pesante ombra violastra e le occhiaie con un colore tendente al rosso. Aumento le ombre aggiungendo Ocra e maroone alla base e luci aggiungendo sempre più Carne Clara.Faccio un lavaggio molto diluito ma controllato col colore di base. Prima di accentuare le luci e ammorbidire le sfumature, simulo la barba e la testa rasata, con una prima velatura di Nero+base dell’incarnato. Poi, con l’aggiunta di altro nero, puntino le due zone insistendo maggiormente sulle ombre per creare una texture adatta.Raccordo barba e capelli all’incarnato del volto con colori intermedi. Con bianco e carne clara aumento le luci e dipingo l’interno degli occhi, marco le iridi con marrone, le pupille nere. Due puntini bianchi sono essenziali per il riflesso. Non completamente soddisfatto, sistemo le due tempie, in particolare la destra, con una luce rosata usata sugli zigomi aggiungendo del Blood red alla mescola. Una leggera passata di lucido sugli occhi li rende più realistici. Dipinta la stella di David con Bubbonic Brown, Snekebit Later Carne Clara, yellow aggiungo la fascetta con il numero 1737 (che, secondo fonti storiche, è la stima massima approssimativa dei morti durante l’olocausto 17,37 milioni tra cui 5,9 ebrei). Prima di assemblare il tutto, tratto il terreno ad olio utilizzando Nero ,Terra di Siena Bruciata, Bruno Van Dik , Ocra gialla e giallo di Napoli. Una volta fissato il pezzo, con leggeri tocchi di colore ad olio e terra setacciata fine, sporco le parti a contatto con il fango. Piccole gocce di effetto acqua nei solchi per ricreare pozzanghere. Incollo il pettirosso ,simbolo di una speranza. Che dopo tanto buio ritorni ancora una volta un raggio di sole. Scritto da Mirko Cavalloni e riletto e controllato da Valentina Bandinelli .
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Ygritte Moderatore Iscritto il: gio 22 ott, 2009 4:07 pm Messaggi: 4862 Località: Venezia Nome: Francesca |
Bellissimo, grazie mille! Da leggere con attenzione
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AND 000 Admin Iscritto il: mer 20 giu, 2007 2:58 pm Messaggi: 6446 Località: Roma Nome: Andrea |
che splendido articolo
grazie anche a Mirko per aver condiviso con noi il suo lavoro e i suoi "segreti"
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Saff Lumeggiatore Iscritto il: gio 27 mar, 2008 6:54 pm Messaggi: 759 Località: Aosta-Civitavecchia Nome: Alessio |
Ottima idea, splendida realizzazione e l'articolo è una miniera di idee (almeno per me ). Trovo quasi impresisonante quanto è comunicativa questa scena. Complimenti!
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Alle Primer Iscritto il: lun 15 ago, 2011 5:38 pm Messaggi: 13 Località: Chiavari (Genova) Nome: Alessandro Bruni |
Grazie a tutti per i complimenti, siete molto gentili.
Alla prossima. Alessandro.
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