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Messaggio dom 28 feb, 2010 8:47 pm     


Il Museo Astronomico annesso al Planetario è una struttura che ne completa l’offerta culturale, al di fuori dei consueti criteri espositivi. Modelli, postazioni interattive e diorami consentono al visitatore una vera e propria immersione nel contesto spaziale, vivendo la Scienza senza perdere la capacità di sorprendersi ed emozionarsi. Gli spazi del Museo Astronomico saranno in costante aggiornamento e si apriranno a mostre ed esposizioni temporanee sui principali eventi celesti e sulle più recenti scoperte astrofisiche.
Avreste mai immaginato di poter camminare sul suolo lunare e sollevando lo sguardo poter vedere la nostra terra in lontananza? Avete mai sognato di poter esplorare il suolo di un remoto satellite del gigante Giove? Con questi sogni fantascientifici è iniziata la progettazione e la creazione dei modelli distribuiti nelle sale del museo. Attraverso l’utilizzo di materiali comuni come il polistirolo e resine speciali è stato possibile ricostruire ambientazioni extraterrestri (suolo lunare e suolo del satellite Europa) o le ricostruzioni dei pianeti sospesi a mezz’aria sopra le vostre teste. E’ così possibile toccare realmente con le mani il pianeta terra. Ma non una terra come appare dai satelliti. Ad accogliervi all’ingresso del museo è presente un modello di 5 metri di diametro (unico al mondo?) del nostro pianeta senza le acque. Possiamo così riconoscere i vulcani sottomarini, le grandi dorsali e le fosse oceaniche che dividono la nostra crosta terrestre in grandi placche in continua evoluzione.
Proseguendo nel nostro viaggio potremo toccare con mano i crateri lunari che intravediamo già da terra, ma anche avventurarci nella parte oscura della luna che non vediamo mai. Per ogni pianeta è stato ricostruito uno spaccato della struttura interna così come viene ipotizzata dagli astronomi.
Non manca l’aspetto umano e tecnologico. Il continuo desiderio di scoperta e di comprensione dell’universo si manifesta nei tentativi di costruire sonde e telescopi spaziali in grado di osservare zone sempre più remote dell’universo. Per ogni luogo del sistema solare sono presenti modelli di sonde o altro veicolo spaziale che è stato in grado o che nei prossimi anni raggiungerà queste regioni dello spazio costruiti per noi dall'esperto di micro modellistica Paolo Martinelli dell'Alfa Model Club.
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Fino a gennaio 2005 non era che uno dei tanti pianetini che ruotano intorno al Sole, tra le orbite di Marte e Giove. Ma per Roma questo asteroide è diventato davvero speciale: l’International Astronomical Union lo ha infatti denominato “Romaplanetario”, un “battesimo” che celebra il ritorno in Città del Planetario di Roma, dopo oltre 20 anni di assenza.
La storia di “Romaplanetario” inizia in una notte di agosto del 1999 quando lo scopritore, Gianluca Masi, a caccia di asteroidi dall’Osservatorio Astronomico “Bellatrix” di Ceccano, individua un oggetto dal curioso movimento nella costellazione dei Pesci. Il corpo celeste, che risulta sconosciuto, si sposta tra le stelle in direzione opposta a quella che avrebbe mostrato un asteroide ordinario. Un segno distintivo, che pare segnalarlo come appartenente alla famosa e potenzialmente pericolosa famiglia dei “near-Earth Objects” (letteralmente “oggetti vicini alla Terra”): proprio per questo viene subito monitorato con attenzione da numerosi osservatori sparsi sul globo. Si conclude che non si tratta di un corpo minaccioso per la Terra, piuttosto di un asteroide caratterizzato da un’orbita marcatamente ellittica.
Negli anni successivi questo nuovo, piccolo mondo completa pazientemente l’itinerario obbligatorio per vedersi riconosciuto un numero di catalogo definitivo e, cosa più importante, un nome proprio. Come vuole ancor oggi la tradizione, è lo scopritore ad avanzare una motivata proposta di “battesimo”, una volta che l’orbita sia stata calcolata con precisione. E’ a questo punto che Masi ha voluto celebrare la riapertura al pubblico del Planetario di Roma, trovando pieno consenso presso la specifica Commissione dell’International Astronomical Union.
“Romaplanetario”, con una superficie di circa 50 chilometri quadrati, ha un diametro stimato tra i 2 e i 4 chilometri ed orbita ad una distanza media dal Sole di oltre 390 milioni di chilometri (2,6 volte la distanza Terra-Sole), mentre il suo “anno”, cioè il tempo necessario per completare una rivoluzione intorno alla nostra stella, dura 4,2 anni terrestri.
In occasione del secondo compleanno del Planetario è stato presentato un modello dell’asteroide sul quale hanno opportunamente trovato posto i luoghi ed i monumenti celebri della Città: con l’augurio di un crescente successo, ora che lassù brilla la sua buona “stella”.
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